In via Oxilia 21 c’è una pietra d’inciampo dedicata a Giuseppe Ceccatelli, detto Beppe. Il suo nome non compare nelle lapidi presenti nel nostro quartiere dedicate ai caduti per la lotta di liberazione o in seguito alla deportazione nei campi di sterminio; tuttavia la sua morte ha dei contorni commoventi poiché rappresenta il tragico epilogo di una storia d’amore.
Siamo nel 1941 e Beppe Ceccatelli è un commerciante di religione cattolica. Nonostante le leggi razziali siano in vigore da tre anni, Beppe sposa Lidia Colombo, una donna ebrea. Passano due anni e nell’ottobre del 1943 il fratello di Lidia, Tullio, viene arrestato e portato nel carcere di San Vittore. Da qui fa sapere alla sorella che sarebbe stato possibile liberarlo dietro il pagamento di un’ingente somma da versare a un tale che ha l’ufficio all’interno del comando tedesco.
Beppe Ceccatelli riesce a raccogliere la cifra richiesta e la fa avere all’interessato.
Purtroppo, il giorno seguente c’è un’irruzione nella casa dei suoceri in cui viveva con Lidia. Prima di aprire la porta Beppe riesce a nascondere la moglie sotto un camion parcheggiato nel cortile; cercano Lidia ma lui dice di averla accompagnata in Svizzera. Gli assestarono un ceffone: “proteggere una ebrea è peggio che uccidere”. Perquisiscono la casa e poi, non soddisfatti , lo portano via.
È il 30 novembre 1943; il giorno successivo Tullio sparirà da San Vittore e di lui non si saprà più nulla.
Da San Vittore Lidia ricevette una lettera, una meravigliosa lettera d’amore, nella quale Giuseppe le dice di essere felice di essere stato arrestato al posto suo e la implora di mettersi al sicuro. Non doveva più rivederlo.
Con l’accusa di aver tentato di proteggere un ebreo, Giuseppe Ceccatelli è trattenuto per quasi tre mesi a San Vittore e, infine, viene deportato da Milano a Mauthausen con il trasporto 25, partito da Torino il 18 febbraio del 1944 e giunto a destinazione il 21 febbraio 1944; gli viene assegnata la matricola 53379. Trasferito a Gusen, vi muore il 22 giugno 1944.
La testimonianza della moglie Lidia Colombo Ceccatelli è tratta da: Liliana Picciotto Fargion, Gli ebrei in provincia di Milano: 1943/1945. Persecuzione e deportazione – Fondazione di Documentazione Ebraica Contemporanea, Provincia di Milano, 1992