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Domenico Fiorani

Pochi istanti prima di / morire a voi tutti gli ultimi / palpiti del mio cuore.
W l’Italia.

È il testo del biglietto che la madre di Domenico Fiorani ritrova ricomponendo il corpo del figlio nell’obitorio. Domenico lo ha scritto la mattina del 10 agosto e lo ha infilato in una calza. Ha probabilmente intuito che quello che si appresta a fare è il suo ultimo viaggio, e che non sarà un viaggio lungo.

Nato a Roron, in Svizzera, il 24 gennaio del 1913, Domenico Fiorani studia a Milano da perito industriale e poi lavora in diverse grosse industrie milanesi, tra cui la Magni Aviazione, dov’è impiegato anche il cugino Eugenio Sighinolfi. Insieme a Eugenio inizia la sua attività clandestina nel Partito socialista, di cui conoscerà diversi esponenti tra i quali Lelio Basso e Pietro Nenni.

Mentre Eugenio cura la distribuzione della stampa clandestina, Domenico, dall’autunno del 1943, con il nome di battaglia “Mingo” si occupa dei collegamenti con le formazioni armate di montagna e le rifornisce di viveri e armi. Assume un ruolo sempre più importante nella Resistenza: diventa infatti il coordinatore del Partito socialista di Sesto San Giovanni e il rappresentante del suo partito nel comitato locale del CLN. Si è nel frattempo trasferito alle dipendenze delle acciaierie Falck e costituisce uno dei punti di riferimento dell’industriale Enrico Falck, esponente della Democrazia Cristiana, membro del CLN Alta Italia e generoso sostenitore delle attività partigiane.

Con l’aiuto di Domenico Fiorani, Falck fornisce aiuti a formazioni partigiane in Valtellina e nell’Appennino ligure-emiliano, che hanno, tra gli altri compiti, quello di proteggere opere idroelettriche e stabilimenti industriali, per evitare il saccheggio e l’esportazione di macchinari in Germania.

Tradito da un delatore, Domenico viene arrestato il 25 luglio 1944 mentre visita la moglie ricoverata all’ospedale di Busto Arsizio. È rinchiuso nel carcere di Monza, per essere trasferito l’8 agosto in quello di San Vittore. Da qui, la mattina del 10 agosto, viene avviato verso piazzale Loreto, ritrovando due antifascisti con i quali ha già avuto modo di conoscersi: sono Eraldo Soncini e Renzo Del Riccio, destinati anch’essi al massacro voluto dai nazisti e attuato, senza alcun ritegno, dalle milizie fasciste italiane.

Domenico Fiorani

Ascolta il podcast di Radio NoLo su Domenico Fiorani

L’illustrazione di Domenico Fiorani è stata realizzata da Simon TheGraphic