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Giulio Casiraghi

Giulio Casiraghi nasce a Sesto San Giovanni nel 1899 in una famiglia operaia e antifascista.

Giulio inizia a lavorare in Ercole Marelli come apprendista. «È entrato nel ramo elettricità. Era diventato elettricista montatore. Sempre in giro per montare le centrali della Marelli, fino al ’31 quando l’hanno arrestato».

Nei primi anni del ventennio fascista fa parte di un gruppo clandestino riunito alla trattoria di via Breda, il “Polo nord”. È uno dei principali animatori del gruppo, che distribuisce stampa antifascista e il giornale “Il Risveglio” nelle grandi fabbriche sestesi. All’inizio degli anni Trenta c’è una prima ondata di arresti che coinvolge numerosi antifascisti. Anche Giulio viene arrestato e condannato a quattro anni di carcere dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato.

Così sua sorella Nanda racconta le circostanze dell’arresto: «Erano venuti di notte a prenderlo. Giulio era già sposato, abitava nella nostra stessa casa, ma sulla ringhiera di fronte. Prima cosa sono entrati da lui, poi da noi. Cercavano la stampa, la propaganda, i documenti del partito, cercavano chissà che cosa, armi o che altro. Io ero a letto. Bambina, dieci anni. Mia mamma m’aveva nascosta della roba sotto il materasso, poi m’aveva detto di star zitta. M’aveva messo dei libri sotto il materasso, della stampa. Allora c’era “il Risveglio” che stampavano in una tipografia di Niguarda e ci scriveva il Giulio. Non mi hanno toccato i poliziotti, mi hanno lasciata quieta; io mi sono alzata da letto soltanto quando se ne sono andati».

Rilasciato nel ‘32, Giulio Casiraghi riprende l’attività politica: «Era riuscito a tornare in Marelli e tornava a far parte della cellula in fabbrica. Però ormai marchiato, ogni volta che succedeva qualcosa a Sesto venivano a prenderlo. Nel ’35 si fece altri sei mesi di galera».

«Anche nel marzo del ’43 erano venuti a prenderlo e l’avevano portato in prigione. L’accusavano di essere uno degli organizzatori degli scioperi. Lo tennero dentro aprile, maggio, giugno e metà luglio, quasi quattro mesi. E quando è venuto fuori poco prima del 25 luglio era conciato male. Nel luglio del ’44 l’hanno arrestato nuovamente e il 3 agosto aveva scritto che era ancora isolato in una cella e non capiva perché… Qualche giorno dopo l’hanno fucilato in piazzale Loreto».

Testimonianza tratta da Franco Alasia, La vita di prima, Vangelista, 1984
Giulio Casiraghi

Ascolta il podcast di Radio NoLo su Giulio Casiraghi

L’illustrazione di Giulio Casiraghi è stata realizzata da Simon TheGraphic