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Giovanni Tullio Galimberti

Giovanni Galimberti, chiamato Tullio dai familiari, nasce a Milano il 31 agosto del 1922.

Nel 1943 ha quindi 21 anni. Figlio di un macellaio, ha studiato alla scuola commerciale e fa l’impiegato. È probabile che in casa entrino guadagni sufficienti per sopravvivere, in attesa di tempi migliori. È certo invece che i suoi familiari sono consapevoli delle simpatie antifasciste di Giovanni e cercano di distoglierlo dalle decisioni che sta maturando. Ma il giovane Giovanni Galimberti si trova davanti a un drammatico bivio: arruolarsi nell’esercito della Repubblica sociale italiana oppure unirsi alla Resistenza.

Giovanni Tullio Galimberti

L’Italia dopo l’8 settembre e la scelta di Giovanni Galimberti

Eventi grandi, eccezionali, catastrofici pongono i popoli e gli uomini davanti a drastiche opzioni e fanno quasi di colpo prendere coscienza di verità che operavano senza essere ben conosciute o la cui piena conoscenza era riservata a pochi iniziati. Il vuoto istituzionale creato dall’8 settembre caratterizza in questo senso il contesto in cui gli italiani furono chiamati a scelte alle quali molti di loro mai pensavano che la vita potesse chiamarli.
(Claudio Pavone, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza)

Sono mesi convulsi quelli che l’Italia vive nell’estate 1943. Il 25 luglio il Gran consiglio del fascismo, l’organo supremo del regime, destituisce Mussolini, che viene arrestato. L’8 settembre l’Italia si arrende incondizionatamente agli Alleati: il re Vittorio Emanuele III fugge da Roma e l’esercito si dissolve favorendo l’occupazione nazista dell’Italia centro-settentrionale. Il 23 settembre Mussolini, liberato dai nazisti, proclama la Repubblica sociale italiana e conferma l’alleanza con la Germania nazista.

È forte lo sconforto nel Paese che si illudeva di aver raggiunto la pace, seppur sconfitto. Gli italiani si trovano davanti a una scelta: adattarsi alla nuova situazione, con l’obiettivo di salvaguardare la vita e, possibilmente, le proprietà, sostenere l’alleanza nazi-fascista o combatterla. Tra questi tre poli si dispiega un variegatissimo ventaglio di comportamenti, ma già nei primi giorni dell’autunno sono migliaia gli italiani che decidono di sollevarsi contro il nuovo potere nazi-fascista e salgono sulle montagne per organizzarsi. Spesso sono persone molto giovani, prive di qualsiasi formazione militare e, soprattutto, di armi.

Tullio Galimberti compie la sua scelta e si unisce ai partigiani comunisti delle Brigate Garibaldi. Si occupa dei collegamenti tra i vari gruppi partigiani e del rifornimento di armi. Nei primi mesi del 1944, con l’ondata di rappresaglie scatenata a Milano dai nazi-fascisti, il suo compito diventa sempre più pericoloso e la sua libertà sempre più minacciata.

Giovanni Galimberti è infine arrestato verso la fine di giugno con altri giovani antifascisti in piazza San Babila e condotto a San Vittore. La sua vicenda si conclude nel sangue il 10 agosto 1944 a piazzale Loreto, a pochi giorni dal suo 22° compleanno.

Ascolta il podcast di Radio NoLo su Giovanni Tullio Galimberti

L’illustrazione di Giovanni Galimberti è stata realizzata da Simon TheGraphic