Angelo Poletti nasce a Linate al Lambro il 20 giugno del 1912.
Giovane operaio specializzato all’Isotta Fraschini, nel 1934 aderisce al Centro socialista interno, tra i cui membri figurano Eraldo Soncini, Salvatore Principato e Antonio Greppi, che nel 1945 sarà designato alla carica di sindaco di Milano dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia.
È all’Isotta Fraschini che Angelo Poletti inizia la sua attività di antifascista già nella seconda metà degli anni 30, organizzando un nucleo socialista. Nell’inverno 1942-43 si distingue nell’organizzazione delle agitazioni operaie che culmineranno negli scioperi di marzo.
Angelo è capace di riparare veicoli, ma anche armi, e dopo l’armistizio dell’8 settembre è pronto a partecipare, da protagonista, alla lotta partigiana. Nella zona Magenta-San Siro organizza un gruppo di antifascisti, che costituisce il primo nucleo della 44° Brigata Matteotti,di cui diventa comandante. È attivo a Milano, dove partecipa a numerose azioni contro i nazi–fascisti, e per un breve periodo in montagna, in valle Strona, tra Biella e Verbania.
Angelo Poletti diventa una figura importante della Resistenza milanese, e anche una delle più ricercate. Nella primavera del 1944 rientra a Milano con un carico d’armi da riparare in una piccola officina di via Anfiteatro, il cui titolare è legato alla lotta partigiana.
Il 19 maggio deve ritirare una mitragliatrice, ma ad attenderlo a Brera c’è la polizia fascista. Ferito a una gamba, Angelo Poletti viene arrestato e portato a San Vittore; subisce molte torture, ma non fa i nomi dei suoi compagni di lotta.
La mattina del 10 agosto 1944, prevedendo la sorte che lo attende a piazzale Loreto, scrive su un foglietto questo breve messaggio: “Muoio per la libertà. In alto i cuori, viva l’Italia”.
Due anni dopo la strage di piazzale Loreto, i compagni della Brigata Matteotti hanno collocato un bassorilievo che lo ricorda al numero 15 di via Trenno (zona Lampugnano).

