In via Padova 100, presso la sua ultima residenza, una pietra d’inciampo ricorda dell’operaio Dante Villa. La sua è una storia che abbiamo ricostruito proprio grazie alla posa di questa pietra, avvenuta nel 2021.
Dante Villa e lo sciopero del 1944
Dante Villa nasce a Milano il 2 luglio 1922. Nel 1944 lavora come fonditore all’Innocenti, una grande industria meccanica che si trova a Lambrate.
Nel marzo di quell’anno, Milano e le sue fabbriche sono in fermento: il 1° del mese i lavoratori delle industrie delle regioni d’Italia ancora occupate dai nazifascisti iniziano a scioperare. La protesta dura una settimana e blocca la produzione.
Al centro di questo movimento ci sono Torino e Milano, grandi città industriali nelle quali gli operai e le operaie vivono in condizioni di estrema precarietà e sofferenza. Alle richieste di natura economica gli scioperanti affiancano però anche rivendicazioni politiche: chiedono la pace e vogliono la liberazione dei detenuti politici.
Lo sciopero è un successo e sono tantissime le persone che vi aderiscono. La notizia di quelle proteste fa il giro dell’Europa, arrivando persino negli Stati Uniti.
La repressione, però, è molto dura. Al termine di quella settimana gli operai deportati saranno centinaia. Fra loro anche Dante Villa, che ha preso parte allo sciopero, probabilmente con un coinvolgimento attivo nella sua organizzazione. Ed è proprio nelle fasi conclusive di quella protesta che viene arrestato insieme ad altri 14 colleghi.